L'INTERCESSORE, di May Sinclair

 


L'intercessore

di May Sinclair.

 

A cura di Enrico De Luca.

Trad. di Enrico De Luca e Pietro Verzina.

Caravaggio Editore, 2023, pp. 130, € 15.

Illustrato da Daniele Serra.

 

 «Il corpo di Garvin si fece quieto. Egli era deliziosamente, delicatamente consapevole dell'approssimarsi del sonno, del sonno che entrava nelle sue vene, del sonno e del silenzio e dell'oblio che inondavano il suo cervello, il suo cuore, che lo sommergevano, o che lo stavano per sommergere quando, con una resistenza atrocemente vana e un certo disappunto, se ne ritrovò tratto fuori». "L'intercessore" (The Intercessor) è un'inquietante quanto ignota, almeno in Italia, storia di fantasmi di May Sinclair, in cui riecheggiano con una certa vividezza ambienti, personaggi e situazioni dei romanzi delle sorelle Brontë. Ma possiamo individuare anche l'influsso di un'opera che l'autrice considerava un capolavoro del genere, ossia Il giro di vite (1898) di Henry James. Per la prima volta in italiano una delle prime storie di fantasmi pubblicate da Sinclair, forse la più enigmatica e ben riuscita, in cui l'aspetto psicologico dei personaggi, la maternità e la sofferenza sono al centro di tutta la narrazione. Prima traduzione italiana.

    Parla il curatore: “Da pochi giorni è uscito con Caravaggio Ed. per la prima volta in italiano L’intercessore, uninquietante quanto ignota, almeno in Italia, storia di fantasmi che in più passi riecheggia con una certa vividezza ambienti, personaggi e situazioni dei romanzi delle Brontë. Alle sorelle Brontë Sinclair aveva dedicato la biografia The Three Brontës (1912). Inoltre lautrice aveva curato numerose introduzioni alle edizioni Everyman dei romanzi brontiani. Ma soffermiamoci, seppur brevemente, sulle similitudini cui si è fatto cenno: larrivo di Garvin a casa Falshaw, dimora ancestrale e fatiscente con la data e le iniziali del proprietario impresse sulla porta dingresso, richiama alla mente larrivo di Lockwood a Cime Tempestose, quandegli scorge impressi “1500” e “Hareton Earnshaw” tra gli elementi ornamentali rosi dal tempo e dallincuria; quando Garvin, avendo notato una misteriosa porta chiusa a chiave, dietro la quale è situata una soffitta, crede di sentire il pianto inconsolabile di un bambino che gli trasmette una profonda agoscia, pare di assistere ai lamenti di Bertha in Jane Eyre; il bambino trascurato e non amato è poi una caratteristica peculiare dei personaggi di Charlotte ed Emily (Jane e Heathcliff su tutti); ancora lambientazione e luso del dialetto dello Yorkshire ricorda luso che ne fanno sia Emily che Charlotte Brontë nei loro romanzi. È possibile individuare un altro influsso sulla stesura di questo interessante testo, quello di unopera che Sinclair considerava un capolavoro del genere, ossia Il giro di vite (1898) di Henry James. Il dubbio che il protagonista mostra sul fatto che ciò che crede di vedere sia reale o unicamente frutto della sua immaginazione, non può non ricordare le pagine del romanzo breve di James. Inoltre a Garvin è affidato il ruolo dintermediario, intercessore per lappunto, fra lo spettro affranto della piccola Effy, che non è la causa del male quanto la conseguenza di esso, e il mondo dei vivi che ne hanno procurato la morte. Egli riesce a vederlo perché non lo teme e sarà capace di esplorare la «terra di confine» e di riallacciare in qualche modo il perduto legame madre-figlia. Un romanzo notevole, forse la sua più bella storia di fantasmi. Di suo ho tradotto anche Il pegno (inserito nel vol. V delle Stanze infestate) e sto preparando un’antologia con altri sei racconti sul soprannaturale.

    Dal sito dell’Editore: “Vi piacciono le storie di fantasmi angoscianti ma più focalizzate sull’introspezione e la scoperta di verità dolorose, che sul pericolo imminente? Questo libro fa per voi. A noi è piaciuto così tanto che abbiamo deciso che sarebbe stato il primo di una nuova serie di CLASSICI RITROVATI. Come qualcuno avrà già notato, la grafica è leggermente cambiata: abbiamo creato un nuovo logo che dall'anno prossimo sostituirà il vecchio; abbiamo eliminato la striscia bianca in alto e la numerazione è ripartita da 1. Per il resto, abbiamo deciso di valorizzare i nostri libri con elementi metallizzati in rilievo che probabilmente non saranno sempre presenti ma che adoriamo.”

    L'Intercessore fu scritto originariamente da May Sinclair e pubblicato nel 1931 nella sua seconda raccolta di storie soprannaturali intitolata, curiosamente, The Intercessor and Other Stories. La Sinclair è una figura trascurata nella storia dei racconti fantastici, e ingiustamente, perché le sue storie hanno una delicatezza e una sottigliezza spesso meno pronunciate nel lavoro dei suoi contemporanei e personaggi centrali che riflettono il suo lavoro non letterario come attivista per i diritti delle donne e dei lavoratori. (…) The Intercessor è una storia di risentimento, perdita, follia e redenzione, una storia molto soddisfacente, coerente e semplicemente bella che, come la sua autrice, merita di essere conosciuta meglio.” (Ian Holloway © Wyrd Britain)

    L’Autrice: May Sinclair era lo pseudonimo di Mary Amelia St. Clair (24 agosto 1863 - 14 novembre 1946), una popolare scrittrice britannica autrice di circa due dozzine di romanzi, racconti e poesie. Fu una suffragista attiva e membro della Woman Writers' Suffrage League. Una volta si vestì come una pudica e ribelle Jane Austen per un evento di raccolta fondi per il suffragio. (…) Sinclair scrisse due volumi di narrativa soprannaturale, Uncanny Stories (1923) e The Intercessor and Other Stories (1931).[3] E. F. Bleiler ha definito Sinclair "una scrittrice sottovalutata" (cfr. E.F. Bleiler, The Guide to Supernatural Fiction, Kent State University Press, 1983) e ha descritto Uncanny Stories come "eccellente". Gary Crawford ha affermato che il contributo di Sinclair al genere della narrativa soprannaturale, "per quanto piccolo, è notevole" (cfr. Gary Crawford, "May Sinclair" in Jack Sullivan (ed) (1986) The Penguin Encyclopedia of Horror and the Supernatural, Viking Press, 1986, pp. 387-8). Brian Stableford ha affermato che "i racconti soprannaturali di Sinclair sono scritti con una delicatezza e una precisione fuori dal comune, e sono tra gli esempi più efficaci del loro genere” (cfr. Brian Stableford, "Sinclair, May" in David Pringle, ed., St. James Guide to Horror, Ghost and Gothic Writers, Detroit: St. James Press, 1998). Andrew Smith ha descritto Uncanny Stories come "un importante contributo alla storia di fantasmi" (cfr. Andrew Smith, Gothic Literature. Edinburgh; Edinburgh University Press, 2007, p. 130). Dalla fine degli anni Venti May Sinclair soffre dei primi segni del morbo di Parkinson e smette di scrivere. Nel 1932 si stabilì con un compagno nel Buckinghamshire. È sepolta nel cimitero di St John-at-Hampstead, a Londra.

    Nota: Recenti traduzioni italiane dei racconti fantastici della Sinclair sono La scoperta dell'assoluto e altre storie del mistero (8TTO Edizioni, 2021) e L'incrinatura nel cristallo e altre incredibili storie (Nilalienum Edizioni, 2022), quest’ultimo solo in eBook.


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