Il
Nesso Spettrale
di Thomas Ligotti.
Trad. di Luca Fusari.
Il Saggiatore, 2023, pp. 112, € 12.
Con gli occhi chiusi, il mondo appare diverso: minuscoli
umanoidi escono dalle loro tane, a bordo di inquietanti giocattoli,
riappropriandosi delle stanze che sono state loro negate; misteriosi esseri
mutanti rivelano antichi segreti in lingue sconosciute; le ossessioni e i
deliri dei folli diventano indistinguibili dalle lucide ragioni degli
assennati; il reale e l’indicibile si fondono l’uno nell’altro. Storie che sono
allegorie, finzioni che rivelano verità sull’esistenza da cui vorremmo fuggire:
con Il nesso spettrale Thomas Ligotti ci spinge ancora una volta a confrontarci
con «la realtà stessa, o con ciò che passa per la realtà», con i suoi vuoti
incolmabili e con le disturbanti maschere che dobbiamo indossare per sostenere
lo sguardo dell’abisso.
“Nel corso della "carriera" di Ligotti come scrittore horror,
molte delle sue storie sono nate da crisi fisiche o emotive. Così è stato per il
trauma chirurgico che ha portato ai racconti di The Spectral Link, un evento che è marginalmente menzionato nel
primo di questi racconti, "Metaphysica Morum". Nel secondo racconto,
"The Small People", Ligotti torna, anche se non proprio nel modo
consueto, alla sua fissazione per le inquietanti rappresentazioni del
cosiddetto essere umano. Essendo quasi morto mentre giaceva sul tavolo del
chirurgo, l'imponente stranezza della natura e delle vicissitudini di questa
forma di vita si è nuovamente manifestata nella sua immaginazione.” (Dal sito
di Subterranean Press)
“Entrambi i racconti seguono gli stessi temi dell'horror esistenzialista
per cui Ligotti è ben noto, anche se con approcci diversi. Il primo racconto è
" Metaphysical Morum" ed è fondamentalmente uno studio sul
personaggio di un uomo completamente demoralizzato. È senza lavoro, non ha
amici né famiglia e l'unica persona che finge di interessarsi a lui è il suo
bizzarro terapeuta, il dottor O. Dopo aver iniziato ad avere un incubo
ricorrente in cui un uomo gli offre un "contesto completamente
nuovo", il narratore inizia a credere di essere vicino a trovare una
soluzione a tutti i suoi problemi. Questa storia, nonostante il suo tono cupo,
in realtà non ha molti elementi di una storia dell'orrore. È divertente
leggervi un po' dell'umorismo nero di Ligotti, considerando quanto l'uomo si
prenda sul serio nella maggior parte delle sue altre storie. Oltre
all'assurdità kafkiana del comportamento del Dr. O (che cambia continuamente
ufficio e offre luoghi comuni senza senso) (…) "Il piccolo popolo" è
più convenzionale, ma comunque insolito. La storia ruota attorno a un uomo (un
narratore senza nome, come nel primo racconto) che per tutta la vita ha avuto
paura di una misteriosa razza di persone simili a giocattoli, chiamata
"piccolo popolo". Il narratore sa molto poco sulla natura del piccolo
popolo. I suoi tentativi di fare ricerche sul loro passato non portano a nulla,
ed egli impara poco su di loro mentre trascorre del tempo in una delle loro
città. Non riesce a giustificare la sua paura paralizzante del piccolo popolo.
Non hanno mai fatto nulla di male a lui, né a nessuno dei suoi conoscenti.
Anzi, sembra che il piccolo popolo se ne stia completamente per conto suo. I
suoi genitori liquidano le sue paure come semplice bigottismo, anche se trova
un terreno comune con un amico d'infanzia che odia e teme il piccolo popolo.
Quando scopre che esistono persone che sono un misto tra i normali e i piccoli,
inizia a vedere questi mezzosangue ovunque e arriva a odiarli più del piccolo
popolo. Le sue paure lo portano alla fine a superare il limite (…) non ho
intenzione di raccomandare questo libro nonostante mi sia piaciuto molto. Per
quanto le storie siano belle, contiene solo due storie. Gli unici che
dovrebbero prenderlo sono i fan sfegatati di Ligotti e i collezionisti. Per
tutti gli altri, consiglio invece di prendere uno degli altri suoi libri.” (Ben
Arzate © Adventures in Sci-Fi Publishing,
november 2014).
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