IL FANTASMA DEL CASTELLO, di M.G. Lewis

 

Il fantasma del castello

di Matthew Gregory Lewis

Cura e traduzione di Giovanna Silvani

Collana “Biblioteca del romanticismo”

Bononia University Press, 2007

pp. 194 - € 23

Il dramma gotico di Matthew G. Lewis Il fantasma del castello (1797) ottenne un successo immediato e duraturo, come testimoniano le numerose rappresentazioni che si susseguirono fino a tutta la prima metà dell’Ottocento. Un successo dovuto a diversi fattori, primo fra tutti all’abilità con cui l’autore sa rappresentare sulla scena il soprannaturale. Nonostante i non pochi echi shakespeariani, non mancano in questo dramma aspetti innovativi, sia dal punto di vista strutturale, in quanto esso fornisce un modello per un nuovo genere teatrale, ossia il futuro melodramma; sia nei suoi impliciti messaggi libertari e nel tentativo di confrontarsi con argomenti e problematiche dibattuti in quel tempo, come la lotta alla tirannide, lo schiavismo e il ruolo della donna nella società patriarcale. 

 Lo spettro del castello è un'opera gotica scritta da Matthew G. Lewis. La storia è ambientata nel Medioevo e segue la tragica vicenda di una giovane donna di nome Angela, imprigionata in un castello dal crudele padre, il conte Osmond. Angela è innamorata di un giovane cavaliere di nome Percy, ma il padre proibisce il loro matrimonio. Nel tentativo di sfuggire alle grinfie del padre, Angela chiede l'aiuto di un misterioso straniero che le promette di aiutarla a fuggire dal castello. L'opera è ricca di elementi soprannaturali, tra cui fantasmi e apparizioni, ed esplora i temi dell'amore, del tradimento e della vendetta. Lo spettro del castello fu rappresentato per la prima volta nel 1797 e fu un successo immediato. È considerato una delle opere più importanti della letteratura gotica ed è stato adattato per il palcoscenico e lo schermo numerose volte. L'opera è nota per le sue immagini vivide, la trama ricca di suspense e i personaggi memorabili, e rimane tuttora un'opera popolare nell'ambito della narrativa gotica.

  “Nell'Inghilterra del 1797, la moda dei romanzi e dei drammi "gotici", ricchi di elementi sensazionali e ambientati in un medioevo immaginario, è nella sua fase più intensa. Matthew Gregory Lewis, che ha raggiunto la celebrità l'anno precedente, a soli diciannove anni, con il romanzo "nero" Il monaco, ottiene un altro clamoroso successo con questo dramma, meno trasgressivo e frenetico nell'intreccio, ma in gran parte fondato su temi simili e su un'analoga commistione di tragico e di comico. Gli ingredienti sono quelli già caratteristici dei fortunatissimi romanzi di Ann Radcliffe: in un castello ricco di passaggi segreti e prigioni sotterranee, il conte Osmond tiene prigioniera l'innocente eroina, Angela, per costringerla a sposarlo. Nel corso di cinque atti ricchi di peripezie, verranno alla luce i passati, sanguinosi delitti del villain e l'innamorato di Angela, il nobile Percy, riuscirà a portarla in salvo. Tra gli elementi che all'epoca segnarono il successo dell'opera, c'è la figura complessa e affascinante del malvagio, quasi una prefigurazione dei tormentati eroi byroniani, l'impressionante apparizione del fantasma di una gentildonna assassinata e la presenza di quattro giganteschi schiavi neri, animati da un feroce risentimento nei confronti degli europei che li hanno strappati alla patria e alle famiglie. Inoltre, la fanciulla perseguitata non ha un ruolo meramente passivo, ma nel concitato finale, per difendersi pugnala, forse a morte, il suo oppressore. Come nota la curatrice, nonché traduttrice, siamo di fronte a un dramma in cui "l'estetica del sublime rivela appieno il suo potenziale sovversivo": istanze antitiranniche e ribellione femminile imprimono un orientamento nettamente libertario agli stereotipi del "gotico" trionfante e ormai in via di codificazione. (Mariolina BertiniL’Indice dei Libri)

 L’AUTORE: Matthew Gregory Lewis (Londra 1775 - Oceano Atlantico 1818) è stato un romanziere e drammaturgo inglese, spesso chiamato "Monk" Lewis, per il successo del suo classico romanzo gotico, The Monk. Lewis era il primogenito di Matthew e Frances Maria Sewell Lewis. Entrambe le famiglie dei suoi genitori avevano legami con la Giamaica. Il padre di Lewis possedeva una vasta proprietà in Giamaica, situata nel raggio di quattro miglia da Savanna-la-Mer, o Savanna-la-Mar, che fu colpita da un devastante terremoto e da un uragano nel 1779. Lewis avrebbe poi ereditato questa proprietà. Matthew Gregory Lewis iniziò la sua educazione in una scuola preparatoria sotto la guida del reverendo Dr. John Fountain, decano di York del Seminario di Marylebone, amico di entrambe le famiglie Lewis e Sewell. Qui Lewis imparò il latino, il greco, il francese, la scrittura, l'aritmetica, il disegno, la danza e la scherma. Durante la giornata scolastica, a lui e ai suoi compagni era consentito conversare solo in francese. Come molti dei suoi coetanei, Lewis utilizzò il Seminario di Marylebone come trampolino di lancio, passando poi alla Westminster School, come suo padre, all'età di otto anni. Qui recitò nella Town Boys' Play come Falconbridge in King John e poi My Lord Duke in High Life Below Stairs. In seguito, sempre come il padre, iniziò a studiare a Christ Church, Oxford, il 27 aprile 1790, all'età di quindici anni. Si laureò con un bachelor nel 1794. In seguito conseguì un master presso la stessa scuola nel 1797. Il suo capolavoro letterario è il romanzo The monk, (1796), tipico esempio di romanzo gotico nel quale si combinano elementi soprannaturali, orrore, scene di erotismo e di violenza. L. scrisse racconti in versi (Racconti del terrore, Tales of terror, 1799, e Racconti meravigliosi, Tales of wonder, 1801, una raccolta di ballate a cui collaborò W. Scott) e drammi musicali, ancora di gusto gotico (Il castello degli spettri, The castle spectre, 1798; Adelmorn il fuorilegge, Adelmorn the outlaw, 1801). Lewis ha reso popolare il romanzo gotico con l'aggiunta di elementi di predazione sessuale e amore violento, contribuendo all'enorme moda del genere, sia nei romanzi che nelle rappresentazioni teatrali. Lo spettro del castello" è un'opera in cinque atti di questo genere. L'opera, pubblicata nel 1797, un anno dopo il fenomenale successo de "Il monaco", presenta tutti gli elementi della narrativa gotica: un castello (preferibilmente in rovina, isolato o infestato), il suo tetro proprietario o padrone, di solito un usurpatore del legittimo padrone, i suoi sotterranei, i suoi passaggi in penombra, almeno un fantasma, un omicidio nel passato o nel presente, servitori di aspetto bieco che agiscono in modo malvagio, un'eroina vergine, ricca, titolata e bella, che è in qualche modo in potere dell'usurpatore, e un eroe giovane e galante che sistema tutto. Nell'estate del 1816 Lewis visitò Percy Bysshe Shelley e Mary Shelley a Ginevra, in Svizzera, e raccontò cinque storie di fantasmi, che Shelley registrò nel suo "Journal at Geneva (including ghost stories)". Nel 1818 visitò le sue tenute in Giamaica. Morì di febbre gialla a bordo della nave durante la navigazione di ritorno e fu sepolto in mare.

 Come scrittore, Lewis viene tipicamente classificato nel genere horror gotico, insieme agli autori Charles Maturin e Mary Shelley. Lewis fu sicuramente influenzato da I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe e Caleb Williams di William Godwin. In effetti, Lewis scrisse una lettera a sua madre pochi mesi prima di iniziare a scrivere Il monaco, affermando che vedeva una somiglianza tra il cattivo Montoni de I misteri di Udolpho e se stesso. Lewis riprese l'ossessione di Radcliffe per il soprannaturale e la forza narrativa e l'interesse per il crimine e la punizione di Godwin, ma Lewis si differenziava per il l'approccio letterario: mentre Radcliffe alludeva agli orrori immaginati nell'ambito del genere gotico del terrore, Lewis si distingueva per la divulgazione dei dettagli delle scene raccapriccianti, che gli valsero il titolo di romanziere gotico dell'orrore. (Da: Wikipedia inglese)


Dante Gabriele Rossetti: illustrazione per Il Fantasma del Castello di Lewis (1836)

 

 LA CURATRICE: Giovanna Silvani è professore ordinario di letteratura inglese presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Parma. Si occupa di letteratura romantica e vittoriana e di letteratura femminile. È inoltre autrice di numerosi saggi sul teatro elisabettiano e settecentesco. Ha pubblicato, fra l’altro, una monografia su Oscar Wilde (Il cerchio di Narciso, Napoli, 1998) e ha curato la traduzione di una scelta di racconti di Mary Shelley (Firenze, 2002). Nel 2004 esce il volume La trama delle arti (Parma) in collaborazione con V. Strukelj e G.P. Minardi.

 NOTA: The Castle Spectre di M.G. Lewis, uscito nel 1798, è un dramma gotico in 5 atti offerto per la prima volta al pubblico italiano nell’autorevole traduzione, con testo a fronte, di Giovanna Silvani. Non meno interessante del testo (la cui trama lasciamo alla scoperta del lettore) è, quanto a novità di argomento, il saggio introduttivo «Il teatro della paura» con cui la traduttrice presenta l’opera, inserendola nella storia di questo genere poco studiato ed evidenziando con scrupolosa competenza i vari aspetti della sua significatività. Giovanna Silvani sottolinea come queste opere spesso affossate dalla critica siano invece indispensabili per «una valutazione obbiettiva del dramma del Settecento che si basi non solo o semplicemente su criteri letterari, ma dia il dovuto rilievo agli aspetti teatrali come la recitazione e la messa in scena». In quest’opera «l’apparato soprannaturale ... si formalizza nella presenza del fantasma» [p. 9]. In un periodo in cui il fantasma viene apertamente ridicolizzato da una cultura razionale e «illuminista», Lewis da ai suoi fantasmi un impatto fortemente drammatico conferendo loro una inquietante corporeità e facendone una presenza perturbante grazie anche all’accompagnamento musicale e al particolare uso delle luci e del suono. The Castle Spectre fu rappresentato per la prima volta al Theatre Royal, Drury Lane, il 14 dicembre 1797. In un periodo in cui pochissime rappresentazioni raggiungevano le dieci rappresentazioni in una stagione, fu rappresentata 47 volte prima di giugno, quando il teatro chiuse per l'estate. L'opera ebbe lunga diffusione anche nell'anno successivo e rimase in repertorio fino alla fine degli anni venti dell'Ottocento, per poi essere ripresa fino alla fine del secolo. Visitò anche i teatri provinciali e uscì in undici edizioni a stampa dal 1798 al 1803. Per ulteriori informazioni si veda Lauren Fitzgerald, "The Gothic Villain and the Vilification of the Plagiarist: The Case of The Castle Spectre", in Gothic Studies n. 7 (2005), pp. 5–17.


Commenti

Post più popolari